Editoriale a cura di:
Ivan Giuliani
Marketing & Digital Coordinator Openwork
Costruire i propri software senza una riga di codice
I cambiamenti del nostro tempo hanno originato una importante accelerata dei bisogni di piccole, medie e grandi organizzazioni che, per restare al passo con i tempi, necessitano di soluzioni tecnologiche all’avanguardia e in linea con i continui mutamenti del mercato per poter continuare a crescere e competere in contesti ricchi di opportunità ma anche di nuove sfide in tema di digitalizzazione.
Da qui l’esigenza, da parte delle aziende, di innovare e rinnovarsi con l’ausilio di software in grado di automatizzare processi, velocizzare e monitorare lo scambio di informazioni, migliorare la collaborazione e, più in generale, ottimizzare la produttività dei singoli e dell’intera organizzazione per seguire un mercato che, ormai, viaggia alla velocità della luce.
Un bisogno inizialmente latente ma che con l’avvento della pandemia è stato percepito sempre di più soprattutto a livello enterprise; tuttavia, accelerare lo sviluppo di software e applicativi richiede profili di alto livello, tempi tecnici piuttosto lunghi quanto onerosi e – se vogliamo – anche una buona dose di fortuna nel trovare risorse dal know how non indifferente per portare a termine gli obiettivi aziendali nel minor tempo possibile.
Una missione non facile dal momento che, nel caso italiano, “La metà delle nostre imprese lamenta un gap di competenze digitali sul mercato […]” afferma Paola Generali, presidente di Assintel (Associazione Nazionale Imprese ICT); un’affermazione che non fa una piega a fronte anche del recente rapporto della Corte dei Conti Ue presentato a Febbraio 2021 nel quale l’Italia spicca negativamente in tema di competenze digitali, ricoprendo la quint’ultima posizione rispetto ad altri paesi europei.
Dunque le figure IT scarseggiano e sebbene siamo ancora lontani dal colmare questo gap a correrci in aiuto sono proprio le nuove tecnologie digitali le quali consentono, alle organizzazioni che non dispongono di risorse preparate, di poter creare autonomamente applicativi professionali per la gestione aziendale; stiamo parlando delle tecnologie offerte dalle piattaforme di sviluppo applicativo No-Code (senza-codice) che, a differenza di quelle Low-code (poco-codice) consentono di realizzare applicazioni software senza la necessità di conoscere linguaggi di programmazione.
Un approccio innovativo allo sviluppo delle applicazioni aziendali che consente, ovviamente, un notevole risparmio di tempo, oltre ad una riduzione di rischi e grattacapi grazie all’utilizzo di linguaggi visivi e modelli concettuali in sostituzione dei tipici codici di programmazione, permettendo a qualsiasi risorsa dell’azienda di poter creare, in tempi rapidi e senza il supporto di programmatori, applicazioni software professionali mediante un “disegno” al quale vengono associate delle regole di comportamento.
Esempio di modellazione di un processo aziendale con Jamio, la piattaforma No-Code
Utilizzare strumenti grafici al posto dei linguaggi di programmazione significa mitigare il problema delle competenze digitali e mettere una risorsa nelle condizioni di diventare un progettista in grado di poter, per l’appunto, progettare software aziendali esattamente come vengono immaginati nella propria testa (linguaggio del business), senza doversi preoccupare di cercare professionisti o aziende esterne per trasformare un’idea in soluzione applicativa.
Diversi i benefici abilitati dalla piattaforma No-Code:
1) Semplicità di utilizzo
L’assenza di codice permette anche a chi non è un programmatore di poter creare applicazioni aziendali, proprio come WordPress (uno dei CMS più utilizzati al mondo) che permette agli utenti di creare siti senza conoscere linguaggi di sviluppo web.
2) Soluzioni pronte in pochi giorni
La rapidità di sviluppo rende possibile ottenere applicazioni software utilizzabili nella propria organizzazione con una passaggio dall’idea alla soluzione che, a seconda dei casi, si può ottenere anche in pochi giorni e non in diversi mesi come negli approcci tradizionali.
3) Flessibilità
L’approccio model-driven consente al progettista di poter modificare con estrema facilità le applicazioni realizzate, quindi, di adattarle rapidamente agli eventuali cambiamenti organizzativi. Dunque, le applicazioni create evolvono insieme all’azienda.
4) Costi sostenibili
Commissionare un progetto comporta costi notevoli e tempi lunghi di sviluppo; avere in casa una piattaforma No-Code permette di risparmiare tempo e investimenti, ma soprattutto di creare un numero illimitato di applicativi allo stesso costo.
5) Indipendenza
Consentire ad una organizzazione di creare in autonomia le proprie applicazioni aziendali svincola la stessa dalle aziende di software, con benefici sui costi e sui tempi di realizzazione del progetto. Permette inoltre di poter governare esigenze legate ad eventuali emergenze che richiedono interventi straordinari con grande rapidità.
6) Rapida prototipazione
Gli strumenti di modellazione delle piattaforme No-Code consentono alle aziende di prototipare rapidamente un processo aziendale prima di procedere allo sviluppo vero e proprio della soluzione; in questo modo è possibile comprendere con largo anticipo aspetti che, in altri contesti, emergerebbero solo alla fine degli sviluppi con tutti i disagi del caso con grande beneficio sulla riduzione dei rischi implementativi.
A rafforzare queste tesi ci pensa anche la previsione rivelata da Forrester per il 2021 circa lo sviluppo dei software che, secondo la società di ricerca, sarà per il 75% opera delle piattaforme low-code/No-Code affermando, inoltre, che “Le aziende che hanno adottato piattaforme low / no-code, automazione dei processi digitali e gestione collaborativa del lavoro hanno reagito più rapidamente ed efficacemente delle aziende che si affidano solo allo sviluppo tradizionale”.
Nell’immaginario comune sono gli americani i leader del settore del software, tuttavia anche l’Italia fa la sua parte attraverso una piattaforma No-Code in grado di rispondere perfettamente ai benefici sopracitati e di competere con i big player di livello mondiale: si tratta di Jamio openwork.
Jamio è una piattaforma di sviluppo applicativo, 100% italiana, che consente di creare applicazioni per la gestione dei processi aziendali senza utilizzare codice di programmazione e di beneficiare, inoltre, del cloud Microsoft Azure, un ambiente nel quale è possibile pubblicare gli applicativi realizzati – in totale sicurezza – e di renderli subito disponibili per l’intera organizzazione.
Grazie a questa piattaforma No-Code è possibile creare e modellare con estrema rapidità una moltitudine di soluzioni, di definire regole di comportamento e di adattarle di volta in volta alle nuove esigenze, intervenendo solo nei punti necessari attraverso gli strumenti di modellazione messi a disposizione da Jamio.
Una svolta quella della piattaforma No-Code che da un lato permette di costruire i propri software in casa (allo stesso costo e senza limiti di utilizzo), dall’altra consente di valorizzare le risorse interne risparmiando ulteriori denari che, magari, potrebbero essere investiti in altri prestigiosi progetti per la crescita dell’azienda.
C’è da considerare, infine, i benefici legati allo sviluppo del business, nonché al futuro dell’impresa: una piattaforma come Jamio abilita l’azienda ad una rapida digitalizzazione dei processi di business con tutti i vantaggi del caso, tra questi la possibilità di arrivare prima di altri sul mercato con servizi performanti che, aumentando la soddisfazione dei clienti, portano a migliorare anche gli affari.
Editoriale a cura di:
Ivan Giuliani
Marketing & Digital Coordinator Openwork
Jamio HARP 4.6 R3 – Le novità della nuova release di Jamio
Nuove e interessanti novità, sia per i progettisti di Jamio che per i System integrator; in più, l’introduzione di alcune funzionalità di document automation ed ulteriori migliorie in ottica User Experince.
jBIZ | La Business Digitalization secondo Jamio
Impiego di Survey nei processi di Business
Una survey, o indagine, ha lo scopo di raccogliere informazioni attraverso un questionario per scoprire/indagare su abitudini, necessità, pareri, bisogni di un campione di individui spesso esterni al contesto organizzativo in cui ci si trova.
La gestione di una survey prevede tre step fondamentali: preparazione, esecuzione, analisi. Si possono condurre indagini di ricerca di mercato, sulla soddisfazione dei dipendenti o dei clienti, di marketing, in ambito sanitario, scolastico, sull’organizzazione di incontri ed eventi, etc.
Il fine ultimo di una survey è nella maggior parte dei casi quello di prendere una decisione ed in talune situazioni far seguire azioni precise sulla base dei dati raccolti.
Continua la lettura dal PDF…
Openwork nella rubrica “La Puglia che va”.
Il video del servizio televisivo di TGR RAI PUGLIA
Siamo andati in onda su RAI3 nella rubrica “La Puglia che va”, uno spazio del TGR RAI PUGLIA dedicato alle eccellenza pugliesi che si stanno distinguendo sul territorio portando la loro offerta ben al di là dei confini regionali.
Nel servizio realizzato dalla RAI si parla di Openwork e delle tecnologie sviluppate per aiutare le imprese ad automatizzare i processi aziendali e a governare con rapidità persone, dati, documenti ed eventi.
In più, novità e prospettive per il futuro. Guarda ora il servizio.