Jamio piattaforma cloud lowcode nocode
Comunicazione Digitale editoriale Ivan Giuliani

MAGAZINE N.3 – TECNICHE DI COMUNICAZIONE DIGITALE A SUPPORTO DELL’INNOVAZIONE 4.0


Editoriale a cura di:
Ivan Giuliani
Marketing Coordinator & Digital Specialist

 

La comunicazione è da sempre uno degli elementi imprescindibili del Marketing e più in generale per qualsiasi azienda che mira alla promozione o alla vendita di prodotti/servizi.
Rispetto ad alcuni anni fa stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione sul tema, sia perché il mercato si è allineato sempre di più alle esigenze di aziende e consumatori, sia perché le tecnologie digitali hanno accelerato il passo verso l’innovazione integrando tecniche e strumenti in grado di tirare fuori messaggi sempre più personalizzati e soprattutto visibili nel posto giusto al momento giusto.

Questa evoluzione si chiama Marketing Digitale, un approccio diretto con gli interlocutori che mentre da un lato favorisce gli affari delle aziende dall’altro permette ai potenziali interessati di creare un filo conduttore efficace con le organizzazioni al fine di ottenere risposte rapide alle proprie esigenze.
Per le aziende dell’ICT (Information Communication Technology) adattarsi rapidamente a questo tipo di approccio non solo diventa un principio dal punto di vista “etico”, ma soprattutto un aspetto fondamentale per presidiare i principali canali di comunicazione e contrastare la concorrenza; in questo modo si riduce al minimo il rischio di essere tagliati fuori da quella fetta di mercato che opera, a volte anche in maniera latente, attraverso il web.

Nel tempo di IMPRESA 4.0 essere un’azienda davvero innovativa non significa solo apportare cambiamenti strutturali, logistici e organizzativi con il supporto delle nuove tecnologie; occorre un cambiamento anche dal punto di vista culturale e comunicativo per rafforzare il Brand e trasmettere agli interlocutori – in modo rapido ed efficace – il valore aggiunto della propria offerta.
Tale cambiamento è necessario perché, in un momento storico in cui tempo e informazioni viaggiano alla velocità della luce, l’impatto visivo e la chiarezza del messaggio diventano aspetti essenziali per catturare l’attenzione del target.
Questo nuovo approccio si applica grazie  all’integrazione nel proprio organico di figure specifiche in grado di pianificare messaggi e strategie digitali con il supporto degli strumenti idonei per diffonderli online.

Uno degli elementi determinanti del marketing digitale è indubbiamente l’analisi di dati generati dalle campagne pubblicitarie; infatti le attività di marketing svolte attraverso i canali web (siti web, social network, campagne PayPerClick) sono misurabili, ciò significa che ad ogni azione di advertising segue successivamente un’approfondita analisi dei risultati ottenuti (dati e informazioni aziendali).

In Openwork si sta facendo una interessante esperienza utilizzando la piattaforma Jamio per gestire il Contact Management, il Customer Reletionship Management ed il Trouble Ticketing. Tutti i dati gestiti nei processi vengono  conservati in archivi digitali GDPR compliant ed alimentano dei cruscotti realizzati in QlikView (tecnologia di BI integrata, grazie ad un connettore, con Jamio) utilizzati per prendere decisioni.
Per un digital strategist avere a disposizione, da qualunque device, una piattaforma in grado di filtrare e recuperare rapidamente informazioni essenziali per le attività di marketing non può che agevolare la fase di studio e ottimizzare i tempi di pianificazione.

In conclusione il Digital Transformation Program di un’azienda, per essere davvero completo e di successo, deve prevedere anche un piano di comunicazione integrata innovativo, costante e duraturo nel tempo, per acquisire nuovi lead e incrementare le opportunità di Business.

Innovare è una necessità, come farlo è una scelta.

 

 

*fonte SpazioDati s.r.l.

 

Perché ERP e BPM sono un connubio perfetto!


Molte medio grandi organizzazioni che hanno implementato sofisticati sistemi ERP si interrogano su alcuni aspetti che si rendono evidenti solo dopo un’attenta analisi post- implementazione.

Con l’adozione di un l’ERP è innegabile la soddisfazione di aver reso efficiente il lavoro, riuscendo a mantenere informazioni e dati sotto controllo ed a gestire singole procedure ottenendo efficaci e puntuali analisi di “output”.

L’ERP è indubbiamente perfetto quando si gestiscono casi che coinvolgono una sola area aziendale, su ambiti ben precisi ovvero quando si opera con un approccio funzionale verticale.

Invece l’efficienza di un ERP decresce notevolmente nei casi di processi aziendali che coinvolgono più figure organizzative di diverse aree. Un esempio su tutti ci aiuta a comprendere a fondo la tematica:
focalizziamoci sulla Gestione Ordine a Fornitore:

La responsabilità di emettere un Ordine a Fornitore, oggetto tipicamente gestito in un ERP, è in capo all’Ufficio Acquisti.

Certamente l’Ufficio Acquisti dispone di tutte le funzionalità verticali presenti nell’ERP a servizio della propria operatività.

Tuttavia in una organizzazione strutturata il processo di emissione ordine a fornitore coinvolge anche parti di organizzazione che tipicamente non sono avvezze all’uso dell’ERP.

Ossia il processo nella sua interezza va oltre l’aver gestito l’informazione riportata nel documento ordine a fornitore, richiedendo ulteriori attività che non sono più parti transazionali ed informative dell’ordine stesso, bensì informazioni accessorie e lavorazioni che abilitano la sua emissione.

Ad esempio, l’ordine a Fornitore deve essere firmato da uno o più procuratori  prima di essere inviato al fornitore stesso.

Il processo di invio non si chiude con una procedura nell’ERP ma con attività (le firme) che devono essere richieste ad utenti che non appartengono ad “Amministrazione Finanza e Controllo”, l’area di elezione per l’uso di un ERP, ma possono avere le funzioni più disparate nella Organizzazione.

Come lo gestiamo con un ERP?

Risulta sconveniente per una azienda investire risorse per estendere l’uso dell’ERP ad altre aree e per formare tutti i reparti interessati.

Risultato: le procedure si avvalgono dell’ERP ma i processi si gestiscono a mano, ovvero attraverso strumenti di produttività individuale (carta, scambio di file con email) che non permettono alcun monitoraggio e controllo e che, paradossalmente, fanno perdere tutto il guadagno in efficienza che l’investimento sull’ERP doveva apportare.

Montagne di carte rendono lento, macchinoso l’iter aziendale, alzando di non poco il rischio di errori.

E’ proprio in casi come questi (centinaia in una organizzazione si pensi ad esempio a Gestione Rda, Gestione Investimenti, Qualifica Fornitori, Autorizzazione pagamenti, Sviluppo Nuovo Prodotto, Gestione Fidi e Resi, solo per riportare alcuni titoli ) che l’integrazione tra un ERP ed uno strumento nato per gestire e tenere sotto controllo processi aziendali, come un BPM, permette con ROI facilmente calcolabili, di estendere la procedura oltre i confini della propria area, consentendole di vivere in un processo dell’organizzazione. E’ questo un esempio, volutamente semplificato, di Extended ERP!

Con l’integrazione di uno strumento di BPM sarà semplicissimo ottenere informazioni di performance quali:

  • tempi di esecuzione delle attività,
  • risorse assegnate ed il loro livello di saturazione,
  • tempo di ciclo del processo,
  • costi associati, ecc.

L’ ordine che giace sotto il fermacarte diviene parte di un processo digitale ed è concesso sapere esattamente dove si trova ed in che stato.

I dirigenti che hanno sotto controllo le performance, costretti a gestirle spesso fuori sistema informativo, avranno chiare e dettagliate informazioni relative, ad esempio, ai tempi di sviluppo di un nuovo prodotto o il tempo medio di evasione degli ordini nel corso dell’ultimo mese.

 

JAMIO 4.5 R1 in arrivo nel mese di Ottobre


Grazie alle nuove caratteristiche di Jamio openwork Marimba 4.5 R1 sarà possibile collaborare in fase di creazione o modifica del documento ossia prima di renderlo disponibile a tutta l’organizzazione.

Inoltre le nuove funzionalità di Document Processing permetteranno automazioni che contribuiscono a produrre documentazione e presentazioni anche in caso di documenti composti da più parti ciascuna con un proprio ciclo di vita.

Sarà più facile, ad esempio, creare soluzioni a supporto della Gestione della Compliance e della Redazione di documentazione come Contratti e Procedure.

Principali novità:

  • Esecuzione di workflow di lavorazione prima della pubblicazione di un documento.
  • Esecuzione di workflow automatici che prevedono la conversione, l’unione e la modifica di file.
  • Migliore usabilità nella gestione del versioning di un documento
  • Miglioramento performance dell’applicazione web (Jamio on stage) e della gestione file allegati grazie alla migrazione su Microsoft Azure
  • Arricchimento funzionale del controllo Rich Text Area.
  • Miglioramento interfaccia utente Jamio on stage Mobile
  • Visualizzazione in anteprima di fogli di calcolo e presentazioni.

 

OPENWORK PER L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA NELLA SANITA’


Cooperation and integration of clinical trial and care pathways, in sigla CONTACT: è il progetto Innonetwork presentato in Fiera del Levante da Piero Cosoli (Coordinatore del Progetto e PM di Openwork), di cui Openwork è capofila.

Nato con l’obiettivo di realizzare un ecosistema di pratiche, processi e tool supportati dalle tecnologie ICT (Business Process Management, Cloud e Mobile in primis) per la gestione integrata e «patient-centered» di percorsi di Clinica Medica e Trial Clinici, il progetto persegue i seguenti obiettivi:

  1. Consentire la definizione, esecuzione e monitoraggio di percorsi clinici elaborati dai knowledge workers (care team);
  2. includere in questi percorsi la rilevazione ed analisi di «patient generated data», le terapie e le diagnosi, le valutazioni e gli esami (lab e diagnostici);
  3. realizzare il costante monitoraggio del paziente, permettendo la prevenzione di eventi avversi dovuti a caratteristiche specifiche del paziente, o la rilevazione di variazioni collettive nei parametri vitali.

L’ecosistema sarà sperimentato in ambito «malattie neurodegenerative» su campione di pazienti affetti da Sclerosi Multipla in terapia farmacologica presso IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza.

Il partenariato di progetto, che oltre al citato IRCSS ed alla Openwork vede coinvolti anche Sincon, EuronetInformatica & Telecomunicazioni, il Politecnico di Bari,  la startup femminile Golem Plus e lo Spin Off dell’Università di Bari Ser&P rappresenta una vera e propria filiera di conoscenza sui temi della sanità digitale.

 

STARE AL PASSO CON LE NUOVE ESIGENZE DELLE IMPRESE :
La partnership Apex – Openwork


I nuovi scenari per l’industria del futuro, la digitalizzazione e le richieste sempre crescenti del mercato spingono il settore IT a diventare sempre più competitivo, governando la complessità e adattandosi ai veloci processi di cambiamento.

È questo l’humus fertile dell’innovazione, anche attraverso la simbiosi e la collaborazione fra le aziende.
Fra i casi esemplari c’è sicuramente la partnership tra Apex e Openwork, sinergia che dura da più di 18 anni che è stata in grado di adattarsi ai notevoli cambiamenti di mercato degli ultimi anni.

Apex è una società di ingegneria applicata all’IT in grado di servire Clienti Industriali e Pubbliche Amministrazioni con una gamma diversificata di servizi. Tra questi vi è lo sviluppo di applicazioni e integrazione di altre già esistenti in ogni singolo processo aziendale sfruttando le nuove tecnologie e i continui progressi di ricerca per l’innovazione.

In questo scenario di mercato entra in gioco l’esigenza di avere una piattaforma BPM (Business Process Management) completa e flessibile come quella di Openwork e il suo prodotto cardine: Jamio, una BPM cloud application no-code capace di  rendere più efficienti i processi aziendali, realizzare applicazioni basate su logiche organizzative e di processo che si integrano con i più diffusi ERP e i sistemi legacy.
Abbiamo sentito Ilario Benetti, AD di Apex.

La Apex è nel tempo diventata una piccola eccellenza grazie alle sue partnership focalizzate su una forte competenza tecnica con Vendor del calibro di SAP, QlikTech, Microsoft, Ipswitch. Tra le vostre collaborazioni vediamo sempre presente, sin dal 2002, quella con Openwork. Che valore può esprimere oggi la partnership con un vendor italiano come Openwork viste anche le altre vostre eccellenti collaborazioni?

La partnership tra Apex e Openwork è una relazione molto diversa rispetto a quella di due aziende che collaborano su opportunità commerciali.

Si tratta di un legame che è cresciuto nel tempo insieme alle due realtà, attraverso periodi non sempre facili per il Paese e per le aziende del comparto digitale.
A rendere particolarmente efficace la collaborazione sinergica fra queste due grandi realtà contribuiscono diversi fattori fra cui la condivisione di obiettivi comuni, l’attenzione alle esigenze dei clienti, i rapporti umani e la condivisione della roadmap di prodotto. Tutti elementi che si trovano difficilmente nell’ambito di partnership internazionali.

Anche lei sta riscontrando sul mercato l’esigenza da parte di medio grandi organizzazioni di estendere il perimetro dell’ERP grazie a soluzioni come Jamio openwork?

La trasformazione digitale e lo scenario competitivo globale impongono alle aziende di modificare continuamente i processi per adattarsi alle esigenze del mercato. I sistemi legacy, per ragioni diverse, non sono sempre in grado di offrire quel mix di flessibilità e velocità di cambiamento richiesto per cogliere le nuove opportunità in tempo utile. Una piattaforma cloud pensata per modellare processi  e mappare strutture organizzative reagisce in tempi rapidi e con costi ridotti, consentendo ai sistemi informativi di rispondere alla priorità del business in modo stabile ed efficace.

Come vede l’evoluzione della vostra partnership nei prossimi anni?

È sempre complesso fare previsioni sull’andamento futuro. Resta però fermo il principio della relazione tra due aziende che, pur essendo molto cresciute e molto cambiate nel tempo, continuano a indirizzare soluzioni specifiche per il mercato italiano colmando il gap funzionale che, ad oggi, neppure i digital leader sono in grado di coprire.

 



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