

Sfide e opportunità per un’impresa Cloud Native: al via le attività dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano
Lo scorso 18 febbraio si è svolto, presso il Politecnico di Milano, il primo degli incontri promossi dall’Osservatorio Cloud Transformation nel 2025 con lo scopo di focalizzare l’attenzione sulle principali sfide di chi considera l’adozione del cloud nella propria impresa non solo una scelta tecnologica, ma una leva strategica per la trasformazione digitale.
Il radicale cambiamento, negli ultimi anni, della Top 10 di S&P dimostra la pervasività delle tecnologie informatiche in ogni aspetto dell’economia e società
è naturale, dunque, che oggi le imprese debbano affrontare con determinazione le sfide legate al corretto posizionamento dell’IT nel business.
E su questo c’è l’opportunità di utilizzare il cloud come ponte tra IT Tradizionale e Digital IT.
Un contributo certamente di valore è stata la condivisione del quadrante Necessità di nuova Information Technology vs Necessità di Information Technology affidabile ove, con riferimento alla classificazione del Nolan & McFarlan’s Approach sono state riportate alcune considerazioni sul ruolo dell’IT.
Il modello, formalizzato anni fa da accademici della Harvard Business School ed ancora oggi molto utilizzato per aiutare le aziende a gestire il portafoglio IT e prendere decisioni strategiche sulla digitalizzazione e la modernizzazione delle applicazioni, classifica i sistemi informativi all’interno di un’organizzazione in base al loro impatto strategico prevedendo quattro categorie:
Support ovvero sistemi con un ruolo operativo limitato, non critici per il business e con basso impatto strategico come, ad esempio, software di contabilità di base, gestione documentale semplice, etc…
Factory ovvero sistemi essenziali per l’operatività quotidiana dell’azienda e che, se si verificano problemi, generano un impatto immediato sulla produttività come, ad esempio, ERP per la gestione delle operazioni di produzione.
Turnaround ovvero sistemi con alto potenziale strategico ma attualmente non essenziali. Possono diventare fondamentali in futuro con adeguati investimenti. Esempi: progetti pilota di intelligenza artificiale o blockchain.
Strategic ovvero sistemi fondamentali per il successo competitivo dell’azienda. Ad esempio: piattaforme di e-commerce avanzate, CRM con AI predittiva, Business Intelligence, Piattaforme di automazione e orchestrazione dei processi complessi
Il lavoro della ricerca dell’Osservatorio aiuta ad individuare i criteri da seguire nel dare priorità agli investimenti IT in base al loro valore strategico: la freccia rossa in figura identifica la direzione di crescita.
Una volta prese le decisioni diventa poi fondamentale occuparsi di una serie di aspetti sfidanti:
- Misurare l’impatto della spesa Cloud sul valore di business:
Il passaggio da CAPEX a OPEX richiede nuovi strumenti di monitoraggio e controllo: è fondamentale trovare metriche che dimostrino il valore effettivo della spesa Cloud rispetto alla produttività aziendale
- Bilanciare costi e agilità dell’innovazione
la scalabilità e l’agilità offerte dal Cloud possano portare a costi nascosti. L’adozione di modelli di gestione finanziaria basati su Unit Economics permette di valutare il reale impatto dell’innovazione, evitando inefficienze nell’allocazione delle risorse
- Integrare efficacemente l’AI nei sistemi IT aziendali
l’intelligenza artificiale ha un ruolo chiave nella gestione dei processi Cloud. Tuttavia, sono emerse criticità come il rischio di lock-in con i provider di AIaaS e la necessità di modelli di AI privati per garantire maggiore controllo sui dati e sulla sicurezza.
- Affrontare il tema delle competenze
Una delle maggiori barriere all’adozione del Cloud è il gap di competenze. Si è discusso dell’importanza della formazione continua e dell’introduzione di ruoli specifici come il Cloud Center of Excellence (CCoE) per guidare la trasformazione aziendale
- Evitare il vendor lock-in e gestire il multicloud
Il mercato del Cloud è dominato da pochi grandi player, e il rischio di dipendenza da un unico fornitore è sempre più rilevante. Si è parlato delle strategie multi-cloud e hybrid-cloud per garantire maggiore flessibilità e resilienza, evitando di essere vincolati a una singola piattaforma.
La discussione finale, molto partecipata dalla platea di rappresentanti qualificati sia del mondo della domanda sia del mondo dell’offerta ha fatto emergere che per affrontare con successo la trasformazione Cloud Native, le imprese devono misurare l’impatto della spesa Cloud sul valore di business e sull’agilità dell’innovazione, trovare il giusto bilanciamento con i costi e gestire la transizione da CAPEX a OPEX. Un approccio efficace prevede il coinvolgimento di team esterni all’IT per validare il valore delle soluzioni Cloud, l’adozione di partner indipendenti per misurare il ritorno economico e la definizione di KPI capaci di valutare non solo il costo, ma anche l’effetto sulla produttività e sulla digitalizzazione dei processi aziendali.
L’integrazione dell’AI nei sistemi aziendali, sia per gli utenti di business che per l’IT, rappresenta una leva strategica ma pone sfide complesse, dalla gestione della proprietà dei dati alla mitigazione dei rischi legati alle allucinazioni dei modelli AI. Le imprese possono adottare soluzioni di Private AI per garantire maggiore sicurezza, sfruttare agenti AI per la gestione del Cloud e valutare l’impatto energetico di queste tecnologie fin dalla progettazione.
Infine, per fare leva sul Cloud Native come motore di innovazione, è fondamentale evitare il lock-in con un unico provider e adottare un approccio graduale alla migrazione, evitando semplici strategie di Lift & Shift. Il Cloud non è solo un abilitatore tecnologico, ma uno strumento per ridurre il time-to-market, sperimentare con costi contenuti e favorire l’innovazione attraverso il rapid prototyping con soluzioni no-code. Solo adottando queste strategie le aziende potranno cogliere appieno il potenziale del Cloud, trasformandolo in un vantaggio competitivo sostenibile.

L'innovazione digitale di Pròdeo raccontata su Repubblica
Pròdeo, offre servizi ad enti pubblici e imprese per garantire la conservazione a lungo termine e la fruizione degli archivi. La digitalizzazione dei documenti non è solo un processo tecnico, ma rappresenta un passaggio cruciale per preservare il patrimonio documentale e migliorarne l’accessibilità. Tuttavia, non si tratta semplicemente di scannerizzare documenti cartacei: è necessario seguire protocolli rigorosi per garantire autenticità, conformità normativa e integrità delle informazioni.
Pietro Cosoli, Direttore Operativo di Prodeo, spiega che per essere considerata conforme, una copia digitale deve essere certificata affinché rispetti fedelmente l’originale cartaceo. A tal fine, Prodeo impiega tecnologie avanzate di scansione e processi certificati, garantendo che i documenti digitalizzati mantengano il valore legale e possano essere utilizzati ufficialmente.
Pròdeo ha anche un ruolo chiave nella conservazione del patrimonio culturale e archivistico, collaborando con la Pubblica Amministrazione per assicurare procedure di protezione e conservazione nel tempo.
Guardando al futuro, Pròdeo continua a investire in innovazione, studiando nuove tecnologie per migliorare ulteriormente i processi di digitalizzazione e offrire soluzioni sempre più efficienti e sicure ai propri clienti. L’obiettivo è garantire che il patrimonio documentale, sia esso amministrativo, sanitario o culturale, possa essere conservato e valorizzato nel tempo attraverso le più moderne tecnologie digitali. Imprescindibile per questo la collaborazione con la piattaforma Jamio openwork.
