Lo Smart Working è stato sempre visto, da parte delle aziende, come una soluzione alternativa per fronteggiare imprevisti ed emergenze, soprattutto nel mondo dell’ICT.
Ma è nel tempo del Coronavirus che lo Smart Working assume un ruolo sempre più rilevante quanto fondamentale per il futuro delle aziende; innanzitutto garantisce continuità, azzerando quindi i rischi di impatti negativi sul Business, ma soprattutto si rivela un possibile valore strategico da adottare in futuro a fronte dei benefici sia per i datori di lavoro che per i dipendenti delle aziende.
Infatti se da un lato la digitalizzazione permette di dematerializzare documenti, semplificare procedure, favorire la condivisione delle informazioni e accelerare la produttività, dall’altro offre ai dipendenti la possibilità concreta di poter fare le stesse cose anche in luoghi diversi dalla propria postazione ufficiale di lavoro, andando in contro alle esigenze degli stessi lavoratori, nonchè migliorare il loro stile di vita che impatta di riflesso sui risultati.
Il Sole24ore ha messo in evidenza i dati ottenuti da una survey di ADP “Workforce View 2019” dalle quali emerge che ben il 43% degli italiani ha già manifestato, al riguardo, la necessità di migliorare la propria work-life balance con il supporto di tecnologie per il lavoro agile (su tutte Cloud Computing e IoT).
Questa improvvisa emergenza porterà le aziende italiane ad investire in un lavoro più Smart e a soddisfare le richieste di una buona parte dei dipendenti?
Diverse aziende stanno toccando con mano questa possibilità e non si esclude che ci possano essere in itinere delle novità sul tema.
