Editoriale a cura di:
Ivan Giuliani
Marketing & Digital Coordinator Openwork
Il tema dello sviluppo sostenibile sta diventando sempre più attuale in ogni attività di business a maggior ragione nella innovazione dei business model che confluiscono nel digitale.
Con l’evoluzione dell’industria, infatti, la necessità di produrre beni e servizi in larga scala, unita al desiderio di crescita e ricchezza, hanno messo a repentaglio le risorse naturali del nostro pianeta, la qualità dell’aria e il rispetto per l’ambiente, tutti fattori minacciati anche, e soprattutto, dal fenomeno della globalizzazione.
In questo delicato quanto drammatico periodo storico le scelte strategiche delle imprese possono rivelarsi fondamentali per la sopravvivenza del nostro ecosistema. Lo sanno bene i 26 paesi europei che, in maniera unanime, hanno firmato recentemente “A Green and Digital Transformation of the EU” , una dichiarazione volta ad accelerare e diffondere l’utilizzo delle tecnologie digitali verdi a beneficio dell’ambiente, un contesto nel quale 26 fra CEO e presidenti hanno deciso di impegnarsi, per conto delle rispettive società dell’ICT, al fine di ridurre drasticamente le emissioni di carbonio entro il 2030; si tratta di un’alleanza ribattezzata “Coalizione digitale verde europea” nella quale spiccano nomi del calibro di Microsoft, Ericsson, SAP, Aruba, Vodafone Group e tanti altri.
Premesse, queste, che danno seguito ad alcuni dei 17 temi già affrontati in Agenda 2030, ossia il piano d’azione per il pianeta, le persone e la prosperità sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 paesi dell’ONU e finalizzato, per l’appunto, allo sviluppo sostenibile; al riguardo, sono diverse le aziende e le multinazionali che in questi anni stanno sviluppando iniziative per salvaguardare la salute del pianeta, nonché il futuro delle prossime generazioni grazie ad importanti e ambiziosi programmi di sostenibilità, eppure per ridurre significativamente l’inquinamento e lo sfruttamento di energie non rinnovabili è necessario che ciascuna azienda, piccola o grande che sia, si impegni per la tutela dell’ambiente in cui si insedia.
Per esempio la trasformazione digitale delle aziende, molto spinta e voluta soprattutto nell’ultimo decennio, ha portato alla nascita e all’evoluzione di alcune tecnologie che rispondono in maniera esemplare alla sostenibilità ambientale rendendo concreta la possibilità di poter avviare, quasi in maniera congiunta e globale, importanti forme di innovazioni che da un lato aumentano la proattività e la produttività delle imprese e dall’altro strizzano l’occhio all’ambiente; in una semplice parola, l’innovazione diventa green.
Si tratta fondamentalmente di una forma virtuosa di innovazione che consente alle organizzazioni di poter usufruire quotidianamente dei servizi digitali senza che questi possano influire negativamente sulle risorse naturali della terra con eccedenze energetiche o emissioni inquinanti, con l’occasione, quindi, di abilitare l’azienda ad un modello esemplare per la società e per le imprese del futuro.
La digitalizzazione e l’automazione dei processi, tema molto gettonato soprattutto a livello enterprise, è un esempio di esigenza al quale corrispondono tecnologie in grado di sposare perfettamente sia le logiche dell’azienda che i principi di ecosostenibilità, ridando competitività all’impresa ed un po’ di fiato alle risorse naturali del pianeta; parliamo di tecnologie cloud di Business Process Management: concepite per gestire e automatizzare i processi aziendali, abilitano le grandi organizzazioni al raggiungimento di una digital transformation che sia efficace per gli affari e contestualmente sostenibile per l’ambiente.
Fermo restando che la digitalizzazione delle aziende comporta già di per sé una drastica riduzione dello sfruttamento di risorse preziose (come la deforestazione per la produzione di carta) l’utilizzo di specifiche tecnologie cloud può originare una moltitudine di altri benefici ai fini della sostenibilità ambientale.
Secondo uno studio indipendente del Lawrence Berkeley National Laboratory, infatti, l’utilizzo di un sistema cloud riduce dell’87% il consumo energetico delle tecnologie dell’informazione; al riguardo non possiamo che annoverare l’esempio di Azure, l’infrastruttura cloud di Microsoft che utilizza energia rinnovabile mantenendo integre le proprie performance e riducendo gli impatti sull’ambiente grazie ad apparecchiature efficaci ed efficienti.
Un aspetto da non sottovalutare dal momento che quelli dei consumi energetici dei classici data center e delle conseguenti emissioni inquinanti sono argomenti ormai noti e rilevati da tempo, come dimostrato già nel 2017 dalla Commissione Europea quando, analizzando il settore IT, osservò che gli Internet Data Center arrivavano a generare fino al 2% di emissioni globali di CO2.
Altro punto a favore delle tecnologie cloud riguarda indubbiamente la possibilità di abilitare i dipendenti delle aziende all’ormai collaudato smart working, nonché ad una ulteriore diminuzione delle emissioni di CO2 dovuta alla drastica riduzione degli spostamenti in auto; un valore aggiunto documentato anche dallo studio dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano il quale ha dimostrato come ciascun dipendente che abbia lavorato da remoto mediamente 2,7 giorni a settimana (nell’anno della pandemia) abbia permesso singolarmente un risparmio di emissioni di carbonio di 1,861 kg CO2.
Anche il semplice utilizzo della PEC rema a favore dell’ambiente. Un report di IDC, promosso da Aruba, InfoCert e Trust Technologies ha osservato infatti come persino l’utilizzo della Posta Elettronica Certificata abbia consentito di risparmiare circa 78.000 tonnellate di CO2 già solo nel 2019, oltre ad evitare lo spostamento dei cittadini per circa 253 milioni di km.
Alla luce di questi dati promettenti quanto interessanti la domanda è: esiste una piattaforma cloud in grado di gestire l’intero ecosistema aziendale fatto di dati, documenti, processi e comunicazioni senza gravare sull’ambiente?
Una delle piattaforme che risponde perfettamente ai requisiti sopracitati potrebbe essere Jamio, la tecnologia cloud di business process management che abilita l’impresa a tramutarsi in un’azienda virtuosa ed esemplare non solo per i benefici generati dalla digitalizzazione ma anche perché l’organizzazione, nell’espletamento delle sue funzioni, non genera impatti negativi nell’atmosfera grazie a Microsoft Azure, il cloud sul quale poggia le sue fondamenta Jamio e che, utilizzando fonti di energia rinnovabile, riduce i consumi e le sostanze inquinanti nell’aria.
4, quindi, i valori innescati dalla piattaforma a beneficio dell’ambiente:
1) Risparmio energetico
2) Contenimento dell’uso di risorse naturali non rinnovabili
3) Riduzione delle emissioni inquinanti
4) Risparmio sulla carta e salvaguardia degli alberi e della natura
Quattro buoni motivi per scegliere Jamio e che, uniti all’automazione dei processi aziendali, possono tramutare una organizzazione in un’azienda più produttiva, innovativa e competitiva, il giusto mix per affrontare con intelligenza ed un pizzico di generosità le sfide del futuro.
Dunque, le premesse e le soluzioni per innovare nel rispetto dell’ambiente ci sono e hanno iniziato a diffondersi in lungo e in largo, ora però sta a ciascuna impresa cogliere queste opportunità per far crescere il proprio business con un occhio di riguardo alla salute del nostro pianeta.
Sarà questa la vera sfida dell’innovazione?
Editoriale a cura di:
Ivan Giuliani
Marketing & Digital Coordinator Openwork
Openwork & Value Process sul settimanale del Corriere della Sera.
Il comunicato stampa
Per l’efficientamento operativo e la governance dei processi bancari in sicurezza, nasce la partnership strategica e tutta italiana fra Value Process e Openwork
Tra le priorità che caratterizzano una banca virtuosa c’è quella di rispondere puntualmente alle numerose richieste, governare e controllare i processi interni in totale sicurezza e con tempi certi.
Oggi la trasformazione digitale nel settore finance, passa anche attraverso la gestione efficiente e il controllo dei processi più lunghi e complessi, quelli che gli istituti di credito normalmente svolgono ancora in forma manuale o semiautomatica, impiegando mediamente tra i 3 e 4 mesi.
Per far fronte a questa impellente esigenza di mercato, ampliata più che mai in questi tempi di crisi economico-sanitaria, nasce una partnership strategica e tutta italiana che mette a fattor comune il know-how nei processi finance e l’apporto tecnologico e innovativo di una piattaforma cloud per la gestione dei processi di business.
Parliamo di Value Process – società affermata nella consulenza direzionale, specializzata nell’efficientamento organizzativo, nella modellazione e re-engineering dei processi e nel supporto in ambito compliance, – e di Openwork, società tra le prime in Italia a produrre una piattaforma di workflow management in cloud: Jamio openwork, che si distingue per il suo innovativo approccio “no code” alla modellazione delle soluzioni che gestiscono processi nelle organizzazioni.
«Abbiamo voluto unire due competenze complementari: mappatura/analisi ed execution dei processi, normalmente affrontate con progetti e soggetti diversi – Ha spiegato Martin Arborea, Sales & Marketing Director di Openwork – per rispondere con un’offerta unica ad una domanda che sempre di più sta diventando unita».
«L’applicazione di forti competenze organizzative e di processo alla leva tecnologica, rappresentata da una piattaforma evoluta di BPM, ha spiegato Paolo Montisci, Managing Director di Value Process – consente di rilasciare in breve tempo processi efficientati completamente automatizzati, risultato di successo in progetti di digital trasformation».
Eccellenze italiane unite per poter raggiungere un grande obiettivo di innovazione tecnologica anche in ambito finance.
Jamio e la community dello sviluppo no-code
Openwork lavora costantemente alla promozione dei valori di innovazione e sostenibilità del business, anche attraverso la vicinanza alla propria community, portando il suo innovativo approccio no-code.
Visita la scheda di Jamio su NoCode Italia, il punto di riferimento in Italia sul mondo dello sviluppo senza codice.
jTECH | Lo sviluppo applicativo attraverso Jamio
Definire una scadenza per la lavorazione di un documento tramite schedulazione
Impariamo ad impostare una scadenza per la lavorazione di un documento associato ad una scheda di anagrafica attraverso un Jamioware di esempio denominato: GestioneSchedulazioni
Tale Jamioware permette di definire su ogni documento una ed una sola schedulazione di pre-scadenza, scadenza e post-scadenza al fine di:
– monitorare la data ultima in cui effettuare la lavorazione del documento;
– agire tempestivamente così da ottenere il documento aggiornato.
Non solo, possiamo mettere in pausa una schedulazione o in alternativa eliminare una pre-esistente.
Per conseguire questo obiettivo impariamo a richiamare ed utilizzare i metodi del servizio core Jamio Schedule.