Di fronte al vortice della trasformazione digitale, le aziende non possono più permettersi di indugiare. Il mondo corre, e chi resta indietro rischia di perdere il treno dell’innovazione. A cambiare il gioco è il no-code, ossia una rivoluzione silenziosa che promette di portare l’innovazione anche dove non c’è mai stata. Ma di cosa si tratta, e quali vantaggi concreti offre l’approccio no-code? È davvero una soluzione flessibile e utilizzabile in diversi contesti o c’è il rischio di sopravvalutarne le potenzialità?
Il No-Code come ponte tra innovazione e competenze ordinarie
C’era un tempo in cui creare un’applicazione aziendale richiedeva mesi di lavoro e competenze tecniche raffinate, rigorosamente in mano agli esperti IT. Ma oggi, grazie al no-code, chiunque – persino chi non ha mai scritto una riga di codice di programmazione – può sviluppare soluzioni digitali all’avanguardia. Attraverso interfacce visive e strumenti altamente intuitivi, piattaforme come Jamio hanno democratizzato il processo di sviluppo applicativo, aprendo una porta sull’innovazione a tutte le funzioni aziendali e a diversi livelli. Dalla gestione delle risorse umane a quella documentale, dal ciclo di vendita al customer service, i team possono ora prototipare, in tempi rapidi, software per la gestione dei processi aziendali senza alcuna conoscenza dei linguaggi di programmazione.
L’arma segreta delle aziende agili
Non solo accessibilità ma anche rapidità a costi sostenibili. Oggi, ogni organizzazione deve sapersi adattare a un mercato in costante cambiamento, ed è proprio qui il no-code diventa essenziale. Innanzitutto riduce drasticamente i tempi di sviluppo, trasformando in settimane – o addirittura giorni – ciò che prima avrebbe richiesto mesi. In secondo luogo, consente un notevole risparmio sui costi con una capacità di rispondere al mercato che, in alcuni casi, può davvero fare la differenza tra sopravvivere e prosperare. Con meno costi e più rapidità, quindi, il no-code permette di reagire immediatamente a nuove sfide, offrendo alle aziende un vantaggio competitivo da non sottovalutare.
Una rivoluzione sicura e controllata?
Non è tutto oro ciò che luccica. Se da un lato il no-code promette autonomia e velocità a costi decisamente ridotti, dall’altro non possono mancare i temi legati alla sicurezza ed alla governance. La proliferazione incontrollata di applicazioni, infatti, può rappresentare una minaccia, specie quando sono coinvolti dati e informazioni sensibili. Le piattaforme più avanzate – come Jamio openwork – hanno quindi adottato misure per garantire che anche le applicazioni no-code rispettino standard elevati di sicurezza e governance. Si tratta di un equilibrio delicato ma assolutamente essenziale per evitare di violare leggi e normative europee, nonché di avere problemi e sanzioni che potrebbero compromettere il lavoro e la credibilità di un’intera organizzazione, pubblica o privata che sia.
Semplicemente presente … e futuro
Che ci piaccia o no, il no-code è qui per restare e diffondersi a macchia d’olio. In un momento storico dove lo sviluppo tecnologico va di pari passo con le esigenze del mercato e del business, la trasformazione digitale diventa quasi obbligatoria, rappresentando un’arma in più per le aziende che vogliono restare (o diventare) sempre più competitive. Non è certamente una bacchetta magica, ma di sicuro una risorsa indispensabile per quelle organizzazioni che scelgono di guidare il cambiamento piuttosto che subirlo. E se guardiamo avanti, possiamo dire che il no-code non è solo un’occasione per il presente, ma un’opportunità anche e soprattutto per il futuro di quelle imprese che dovranno necessariamente adattarsi o reinventarsi.
Ottimizzare il ROI del No-Code: il Responsabile IT di Hydac Italia S.p.A. racconta l’impatto e le metriche che contano
Intervista a Angelo Santini, IT Manager di Hydac Italia S.p.A., azienda parte dell’omonimo gruppo tedesco, una primaria realtà nel mondo dei componenti, sottosistemi e sistemi completi per l’oleodinamica, la lubrificazione e il trattamento dei fluidi in genere.
Ovunque gli azionamenti oleodinamici siano parte integrante del processo produttivo, le società del Gruppo affiancano efficacemente i clienti nello sviluppo di nuove applicazioni oleodinamiche e nella soluzione di problemi legati alla manutenzione, alla sicurezza e all’efficienza di impianti oleodinamici ed elettro-idraulici.
Attenta a migliorare i sistemi informativi aziendali, Hydac Italia S.p.A. ha scommesso sul no-code per accelerare i processi digitali e migliorare l’efficienza interna. In questa intervista, Angelo Santini ci svela come monitorare il ritorno sull’investimento (ROI) e valutare la sostenibilità a lungo termine di una piattaforma no-code.
Perché avete scelto una soluzione no-code per Hydac?
Santini: La velocità è il primo motivo. Volevamo risposte rapide senza aspettare mesi per ogni nuova applicazione. Il no-code ci ha permesso di sviluppare e implementare rapidamente nuove soluzioni che rispondono direttamente ai nostri bisogni. Ma c’è anche un’altra ragione: poter coinvolgere direttamente i responsabili di funzione nello sviluppo. Con il no-code, possiamo personalizzare strumenti e processi in modo semplice.
Parlando di ROI, come valutate concretamente il ritorno sull’investimento?
Santini: Per noi, il ROI non è solo una questione di numeri: monitoriamo quanto una soluzione contribuisce ad aumentare la produttività e ridurre i tempi operativi. Usiamo come indicatori i costi risparmiati in sviluppo e quelli operativi. Confrontiamo il tempo e le risorse che avremmo speso in sviluppo tradizionale con quelli effettivamente impiegati usando il no-code, e poi quantifichiamo il risparmio. Non si tratta solo di una riduzione di costi, ma di una vera ottimizzazione dei processi. In uno dei processi che abbiamo digitalizzato, l’efficientamento è pari al 50% per i casi “più semplici” e fino all’80% per uno dei casi più complessi da gestire.
Quali sono le metriche e i KPI principali che monitorate?
Santini: In primo luogo, la velocità di deployment – il tempo medio che impieghiamo per implementare un nuovo processo o servizio. Questo dato è fondamentale per capire quanto velocemente riusciamo a rispondere ai cambiamenti del mercato. Poi c’è il tasso di adozione interna: misuriamo quante funzioni aziendali utilizzano le soluzioni no-code e quante modifiche o miglioramenti vengono fatti direttamente dai noi. Infine, abbiamo dei KPI sulla sostenibilità delle soluzioni: il numero di modifiche necessarie per mantenere le applicazioni aggiornate e il livello di supporto. Più l’adozione è autonoma, maggiore è il ROI.
E come vede la sostenibilità di una piattaforma no-code a lungo termine?
Santini: Guardiamo a un modello di sviluppo sostenibile: vogliamo che le soluzioni siano durature e facili da aggiornare senza che si appesantiscano o diventino obsolete. Monitoriamo quindi i costi di manutenzione nel tempo e la capacità della piattaforma di integrarsi con altre tecnologie. Se una piattaforma no-code può evolvere senza costringerci a ripartire da zero ogni due anni, per noi è una scelta vincente. Il no-code ha ridotto i costi senza compromettere la flessibilità e questo è il miglior investimento che possiamo fare per il futuro.
In sintesi, quali consigli darebbe a chi vuole investire nel no-code?
Santini: Scegliete una piattaforma solida, che permetta di monitorare le performance e l’impatto su ogni area aziendale. Il no-code offre risultati immediati, ma il vero valore emerge nel tempo: con i giusti KPI, si può trasformare l’innovazione in un vantaggio duraturo.
AperiJamio di ottobre: un post lavoro all'insegna dell'Employer Branding e della sostenibilità
Quando si parla di costruire un’organizzazione solida e proiettata al futuro, due concetti chiave emergono come fondamentali: employer branding e sostenibilità.
Con l’AperiJamio – un evento di piacevole convivialità, caratterizzato da un aperitivo gustoso e vivace – Openwork ha ribadito il proprio impegno in queste direzioni, dimostrando come valori sostenibili e attenzione al benessere dei dipendenti possano costituire la base di una strategia aziendale vincente.
Durante questo evento, tenutosi mercoledì 30 ottobre, il team di Openwork ha avuto l’opportunità di condividere momenti di svago e di scambio di interessi al di fuori del contesto lavorativo, tra drink, relax e sorrisi. Ma l’AperiJamio non è stato solo un’occasione di svago: l’evento ha rappresentato anche un momento di sensibilizzazione verso l’importanza di azioni concrete per la sostenibilità ambientale. A tutti i partecipanti sono state infatti consegnate borracce termiche, per incoraggiare la riduzione dell’utilizzo della plastica monouso.
Con questo gesto simbolico ma significativo, Openwork intende sottolineare che la sostenibilità non è solo un’opportunità per ridurre l’impatto ambientale, ma anche un pilastro fondamentale per costruire e consolidare un’identità aziendale forte e orientata al futuro. Un impegno verso l’ambiente e il benessere delle persone che rafforza il senso di appartenenza e il coinvolgimento di tutto il team.
Scopri l’atmosfera e lo spirito dell’AperiJamio del 30 ottobre, guarda le immagini qui sotto!