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Jamio Community Magazine lowcode/nocode

MAGAZINE N.40 | Low-code e no-code: impatti sull’automazione e digitalizzazione del business

Breve racconto del Jamio Community Day svoltosi a Bari il 9 giugno 2023

I progressi tecnologici degli ultimi anni hanno aperto nuove possibilità nello sviluppo software semplificando notevolmente il processo di creazione di applicazioni e riducendo la necessità di dipendere dai linguaggi di programmazione. Questa tendenza ha spinto il settore dell’ICT e della consulenza direzionale a interrogarsi sul futuro e a concentrarsi su un argomento che suscita grande interesse: lo sviluppo di applicazioni aziendali mediante approcci low-code e no-code.

“La community è il luogo in cui si raggiungono insieme dei risultati”, con queste parole Maria Soave ha dato inizio alla prima edizione del Jamio Community Day tenutosi a Bari il 9 Giugno 2023 ed entrato subito nel vivo grazie al Keynote di Giovanni Vanini, Direttore della divisione Automation di PwC Italia.

A partire dal 2017, PwC Italia ha costituito un gruppo di Automation che attualmente si estende su vari domini applicativi e che studia ed utilizza diverse tecnologie attenzionando il fenomeno low-code / no-code. Per capire come e dove utilizzare tali tecnologie PwC ha condotto un’indagine su oltre 4500 CEO a livello mondiale:

Si sta oggi entrando nella terza generazione dei tools di automazione e si parla di Digital Fabric, ovvero tecnologie che, come un tessuto connettivo, permettono di collegare i diversi sistemi informativi al fine di ridurre manualità ed inefficienza.

Oggi i contesti aziendali sono caratterizzati dalla presenza di numerosi sistemi informativi e spesso il Business richiede all’IT di integrare i vari sistemi tra loro in modo rapido e con strumenti semplici e versatili: l’esigenza non è solo l’automazione del singolo task ma un’automazione ‘’End-to-end di process discovery & redesign’’.

Gli analisti dicono che entro il 2030 il 70% delle soluzioni software sarà costruito utilizzando piattaforme low-code e no-code. Ma come possiamo classificare queste tecnologie?

“Dove ci porterà il futuro?”. Sicuramente ci si dovrà concentrare sulla semplificazione dei sistemi informativi: usabilità, interfacce user-friendly e implementazioni rapide.
Le tecnologie low-code e no-code diventano quindi asset ideali e sono anche le più adatte a portare l’intelligenza artificiale nei processi delle organizzazioni.

Le slide complete dell’intervento di PwC sono qui disponibili:

Dopo l’intervento di PwC è iniziato il confronto in una tavola rotonda alla quale hanno partecipato cinque protagonisti dell’utilizzo degli approcci low-code / no-code.

Jamio Community Day 2023 Bari Hotel delle Nazioni

‘’Per quale necessità avete scelto le tecnologie low-code e no-code per le vostre società?’’

È così che Maria Soave ha dato il via alla discussione della tavola rotonda dando la parola ad Ilario Benetti, CEO di Apex.

Partner di Openwork da circa 20 anni, Apex è una società di consulenza ICT che lavora con grandi brand internazionali. Ilario Benetti ha sottolineato che “l’adozione di queste tecnologie è stata motivata non solo dalla loro novità e innovatività, ma anche dalla capacità di soddisfare in modo agile e preciso le esigenze degli utenti, rispetto alle soluzioni tradizionali”.

‘’Senza questa tecnologia, una parte del nostro business non si sarebbe potuta realizzare’’. Questa è la risposta di Cristiano Iollo CEO di Unica spa, società specializzata nell’efficientamento energetico e nella rivendita di energia elettrica e gas.

Aldia è una cooperativa sociale in forte crescita che offre diversi servizi sociali attraverso asili, case di riposo, etc, lavorando con enti pubblici.

‘’Essere super agili pur essendo rigorosi ovvero essere flessibili nel rigore’’ l’intervento di Marco Re ha evidenziato come flessibilità e l’agilità offerte dalle tecnologie low-code e no-code hanno permesso di soddisfare le mutevoli esigenze di gestione di una cooperativa sociale in crescita esponenziale.

Ritorna poi sul tema della velocità anche Massimo Appiotti Partner di Oxygy: ‘’Negli ultimi 75 anni ci sono state molte più innovazioni tecnologiche che nei precedenti 2000 anni.’’ è necessario affacciarsi sul mondo e seguire la sua velocità per poter essere competitivi sul mercato. Abbiamo scelto di affrontare il ridisegno dei processi aziendali dei nostri clienti attraverso le tecnologie low-code e no-code sia per la rapidità di implementazione sia perché permettono di creare una soluzione software che risponde totalmente ai requisiti del cliente.

Infine, la risposta di Silvio Totaro di Experis che ha dichiarato di aver iniziato un percorso con Openwork per affrontare con la modalità low-code / no-code l’automazione e digitalizzazione dei processi dopo aver verificato essere il miglior approccio possibile per per risolvere le problematiche organizzative dei propri clienti.

Dopo un confronto sull’importanza della formazione e delle possibilità che essere parte di una community collaborativa offre, il focus si è spostato sulle prospettive future che gli approcci low-code / no-code aprono:

Aldia
ha l’ambizione di formare personale interno per acquisire una certa autonomia nella digitalizzazione di molti altri processi interni;

Unica
intravede negli approcci low-code e no-code la possibilità creare facilmente soluzioni digitali in grado di connettere processi e utenti con la prospettiva di creare una comunità energetica globale;

Oxygy
ha sottolineato che ‘’il futuro esiste già.’ e che oggi un’azienda non può non concepirsi digitale. Grazie alla flessibilità degli strumenti disponibili diventa possibile anche per le PMI cercare soluzioni digitali Business Oriented coinvolgendo, nei propri processi, anche clienti / partner / fornitori;

Apex
vede nel futuro, affianco alla della digitalizzazione e non separabile il tema della governance. Molte soluzioni oggi sono ancora manuali e le tecnologie low-code e no-code possono accelerare e influenzare la crescita di tutte le imprese, dalla più piccola alla più grande;

Experis
ha espresso la necessità, per il mondo ICT, di cambiare il modello di governance. La tecnologia deve essere sempre supportata dalla governance ove rigore a facilità devono andare insieme. 

Il confronto si chiude con l’intervento del CEO di Openwork, Salvatore Latronico’La nostra vuole essere una forte testimonianza dell’importanza di queste tecnologie e di come esse rivoluzioneranno il mercato nel panorama aziendale. La piattaforma Jamio è nata con un’idea: consentire non solo l’automazione dei processi, ma anche di sviluppare soluzioni full digital in ottica Enterprise, tramite l’approccio no-code. Ed Openwork ha l’ambizione di diventare un operatore italiano di riferimento che possa competere sul mercato anche con i grandi vendor. Ma questo obiettivo ambizioso, sostenuto dai tanti investimenti effettuati e che già a partire dal 2024 porteranno risultati tangibili, non si può essere soli: possiamo crescere e raggiungerlo sono insieme ai nostri partner e clienti: ecco perché spingeremo sempre più a rendere il nostro network una Community”.

Infine Martin Arborea Sales & Marketing Director di Openwork annuncia che quello del Jamio Community Day diventa un format che sarà riproposto ogni anno e sarà il momento in cui la Community, accompagnata durante l’anno in un percorso sistematico, si incontrerà fisicamente per fare il punto sui trend e sul mercato, condividere best practice, attivare e/o cementare collaborazioni, raccogliere e rendere attive le proposte di crescita della Community stessa.

Jamio Community Day Bari PwC Italia

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