La carenza di competenze specifiche troppo spesso frena la digitalizzazione dei processi: una soluzione no-code aiuta a bypassare questa situazione complessa, puntando alla semplicità.
È rilevante, infatti, come lo skill mismatch – l’incongruenza tra la domanda di lavoro e l’offerta di personale – sia da anni un problema nel nostro Paese, un fattore che contribuisce al rallentamento del percorso di trasformazione digitale delle imprese. Troppo spesso le organizzazioni hanno a disposizione tecnologie molto avanzate, ma non il personale capace di utilizzarle: uno stallo che rende impossibile sfruttarne pienamente il potenziale. Lo stesso vale per le soluzioni informatiche: in particolare, la carenza di esperti programmatori rappresenta un impedimento alla corretta implementazione di modelli di Business Process Management (BPM) capaci di migliorare il workflow.
In questi casi, una soluzione basata su cloud, gestita in outsourcing e personalizzabile senza la necessità di conoscere i linguaggi di programmazione è ciò che permette all’azienda di abbracciare la strada della digitalizzazione dei processi, nonostante la mancanza di risorse umane dedicate o competenze specifiche.
Digitalizzazione dei processi, il problema delle competenze
I fondi in arrivo con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) preannunciano uno scenario in cui gli investimenti in competenze, a cominciare dal settore dell’istruzione scolastica, consentiranno di superare l’annoso problema del gap tra le specializzazioni desiderate dalle aziende, che offrono impieghi, e i professionisti effettivamente presenti sul mercato del lavoro: non sempre le imprese trovano persone preparate per i compiti richiesti, soprattutto in ambito ICT.
Questa condizione rischia di fatto di bloccare il progredire digitale delle aziende, in quanto non scarseggia innovazione ma la capacità di utilizzarla in maniera corretta, proficua e lungimirante. Gli incentivi alla formazione, la collaborazione tra istituti professionali e altre scuole e il mondo accademico e aziendale puntano proprio a risolvere questo fronte critico. Nell’attesa, è importante valutare come fare a non rimanere fermi ma evolvere nonostante scarseggino specialisti in grado di dare un boost al processo di digitalizzazione.
Applicazioni no-code per la digitalizzazione dei processi, i vantaggi
Prendendo come esempio la digitalizzazione dei processi, in questo scenario globale le applicazioni No-Code basate su piattaforme cloud native sono un tool utile per attuare una rivoluzione nell’organizzazione e gestione dei flussi di lavoro, pur non disponendo di figure come quelle dei programmatori o degli informatici più in generale. Si tratta di strumenti facilmente personalizzabili, sui quali è possibile attuare cambiamenti senza dover necessariamente conoscere codici e linguaggi di programmazione. In questo modo si potrà disporre di un’applicazione costruita sulle proprie necessità, estremamente flessibile e modificabile nel corso del tempo.
In particolare, i vantaggi del “No-Code” sono riassumibili in:
- possibilità di non stanziare budget per formazione specifica in ambito programmazione: la soluzione no-code può essere facilmente modificata secondo le proprie esigenze senza che sia necessario avere competenze informatiche relativamente a codici e programmazione a livello professionale;
- capacità dell’applicazione di adattarsi rapidamente alle necessità dell’organizzazione, con un impatto importante sui processi aziendali, che vengono ridisegnati in un’ottica di ottimizzazione e semplificazione;
- risvolti positivi sul workflow e di conseguenza sullo svolgimento delle attività lavorative: conoscendo i propri punti deboli e quelli di forza, si potrà intervenire in maniera puntuale e precisa sulla soluzione andando a potenziare le funzioni che possono risolvere gli aspetti più critici del flusso di lavoro, rendendolo più veloce ed eliminando gli intoppi. Per esempio, nel settore dell’industria manifatturiera, l’applicazione no-code consente all’azienda di poter costruire rapidamente prototipi di workflow, coinvolgendo anche soggetti esterni, e di renderli in poco tempo utilizzabili da tutti gli attori della filiera in tempi decisamente più rapidi rispetto allo sviluppo tradizionale di applicativi di questa portata. Tutto ciò, inoltre, svolto senza ricorrere necessariamente al supporto di specialisti IT.
Tuttavia, sposare l’approccio No-Code non significa affrontare da soli la progettazione dei flussi di lavoro: se si sceglie un’applicazione in cloud fornita da un provider esperto, disponibile a offrire assistenza in caso di necessità e ad accompagnare gli utenti della piattaforma nella digitalizzazione dei processi, si potrà contare su un valido supporto tecnico a disposizione per ogni evenienza.